AGGIORNAMENTI
Is erbium:yttrium- aluminum-garnet laser versus conventional rotary osteotomy better in the postoperative period for lower third molar surgery? Randomized split-mouth clinical study
Romeo U, Libotte F, Palaia G, Tenore G, Galanakis A, Annibali S. J Oral Maxillofac Surg 2015 Feb;73(2):211-8
Scopo del lavoro
I laser sono stati ampiamente utilizzati in odontoiatria per diverse applicazioni. In questa ricerca in chirurgia del terzo molare, è stato studiato e confrontato l’uso di un Erbium:Yttrium-Aluminum Garnet Laser con strumenti rotanti convenzionali per ottenere l’ostectomia di accesso del sito chirurgico.
Materiali e metodi
È stata strutturata una sperimentazione clinica mediante studio randomizzato, split-mouth, e sono stati arruolati nello studio pazienti con terzo molare impattato bilaterale e simmetrico presso il Dipartimento di Scienze del cavo orale e maxillo-facciale dell’Università “Sapienza” di Roma. Il campione è stato composto da 15 pazienti (8 uomini e 7 donne) di età compresa tra i 18 ei 30 anni. Ogni paziente è stato trattato una volta con il laser ed una volta con strumenti rotanti convenzionali per l’ostectomia durante l’intervento di razione dolore, gonfiore e trisma ed inoltre sono stati registrati i tempi necessari per completare l’osteotomia ed i tempi per completare l’operazione chirurgica. Infine i dati sono stati valutati mediante una indagine statistica descrittiva e bivariate con valore di P fissato a 0,05.
Risultati
Il dolore percepito nel gruppo trattato con il laser è risultato significativamente inferiore a quello nel gruppo convenziona- le (p = 0,0013). Anche questo dato è stato riscontrato per il trisma (p = 0,0002) e per il gonfiore. Il tempo di ottenimento dell’osteotomia è stato più lungo nel gruppo laser.
Conclusioni
I risultati di questo studio suggeriscono che il laser potrebbe essere un’alternativa interessante rispetto agli strumenti rotanti convenzionali. Tuttavia, studi futuri con un numero maggiore di pazienti sono necessari per confermare le conclusioni ottenute da questo lavoro.
Dimensional changes after immediate implant placement with or without simultaneous regenerative procedures: a systematic review and meta-analysis
Clementini M, Tiravia L, De Risi V, Vittorini Orgeas G, Mannocci A, de Sanctis M J Clin Periodontol 2015 Jul;42(7):666-77.
Scopo del lavoro
Lo scopo del lavoro è stato quello di analizzare i cambiamenti di volume della cresta alveolare dopo il posizionamento di un impianto post-estrattivo, con o senza una tecnica rigenerativa.
Materiali e metodi
Attraverso una attenta ricerca condotta utilizzando MEDLINE (PubMed) e EMBASE, sono stati selezionati studi che indagavano l’effetto del posizionamento di un impianto post-estrattivo immediato sulle variazioni dimensionali della cresta ossea. Le variazioni medie ponderate (WMC) tra baseline e follow-up sono state calcolate ed un’analisi dei sottogruppi è stata eseguita secondo un preciso disegno dello studio, un attento metodo di valutazione e le diverse strategie rigenerative utilizzate.
Risultati
Dopo il posizionamento di un impianto post- estrattivo immediato le variazioni delle medie ponderate (WMC) di RCT hanno mostrato una perdita di osso che in larghezza ed altezza si attestava in circa 1,1 mm. Dopo il posizionamento dell’impianto post-estrattivo immediato, senza scolpire un lembo, con riabilitazione provvisoria immediata ed un innesto di biomateriale, la WMC ha mostrato una perdita ossea in larghezza di 1,02 mm ed in altezza di 0,79 mm, al contrario, dopo il posizionamento dell’impianto immediato e di un innesto, la WMC ha mostrato un guadagno medio di 1,79 mm. Dopo il posizionamento di un impianto post-estrattivo immediato, con il posizionamento di una membrana non riassorbibile, la WMC ha mostrato una perdita in altezza di 0,07 mm. Infine, dopo il posizionamento di un impianto post-estrattivo immediato ed il posizionamento di una membrana riassorbibile a copertura di un innesto, la WMC ha mostrato un guadagno in altezza di 1,09 mm.
Conclusioni
In conclusione, il posizionamento di un impianto post-estrattivo immediato, non sembra influenzare il rimodellamento della cresta alveolare dopo l’estrazione del dente. Inoltre, i dati attualmente disponibili non consentono eventuali dichiarazioni conclusive sull’efficacia di una tecnica rigenerativa concomitante nell’impedire una riduzione della cresta alveolare.
Evaluation of cementretained versus screwretained implant-supported restorations for marginal bone loss A systematic review and meta-analysis
Araujo Lemos CA, de Souza Batista VE, de Faria Almeida DA, Ferreira Santiago Júnior J, Ramos Verri F, Piza Pellizzer E Journal of Prosthetic Dentistry Published online: November 14 2015
Stato dell’arte
Nessun consenso è stato raggiunto su quale sistema di ritenzione, cementizia o avvitata, è meglio utilizzare per evitare la perdita di tessuto osseo intorno alla protesi di un restauro protesico a supporto implantare. Lo scopo di questa revisione sistematica e meta-analisi della letteratura è stato quello di confrontare sistemi di ritenzione cementate ed avvitate in protesi su impianti in termini di perdita marginale di osso, la sopravvivenza dell’impianto e le complicazioni protesiche presenti.
Materiali e metodi
Una ricerca completa di studi pubblicati dal gennaio 1995 al marzo 2015 ed indicati in PubMed / MEDLINE, Embase, Scopus e Cochrane Library, è stata effettuata in conformità con la dichiarazione (PRISMA) delle revisioni sistematiche e meta-analisi. La meta-analisi si è basata sul metodo di varianza inversa Mantel- Haenszel. La perdita di osso marginale è stata valutata come differenza media (MD), e la sopravvivenza degli impianti e le complicaze protesiche sono state valutate mediante il rapporto di rischio (RR), entrambe con relativi intervalli di confidenza del 95% (CI).
Risultati
20 studi selezionati per la revisione su 2.139 studi partecipanti. L’età media è stata di 47,14 anni su un totale di 8.989 impianti dentali. Il follow-up medio è stato di 65,4 mesi (range: 12-180 mesi). Risultati della MD riferita alla perdita di osso marginale hanno evidenziato differenze statisticamente significative a favore della protesi cementata (P = .04, MD: -0,19; CI: -0,37/-0,01). Il tasso di sopravvivenza degli impianti era più alto per la protesi cementata (P = .01; RR: 0,49; CI: 0,28/0,85) e la percentuale di complicanze protesiche era più alta per gli impianti supportati da protesi avvitata (P = .04; RR: 0,52; CI: 0,28/0,98). Una ulteriore analisi dell’indice medio di placca non ha mostrato differenze tra i sistemi di protesizzazione (p = 0,58; MD: 0,13; CI: -0,32 a 0,57).
Conclusioni
L’attuale meta-analisi ha indicato che impianti supportati da restauri cementati, hanno mostrato una minore perdita di osso marginale rispetto alle protesi avvitate in un periodo di follow-up, che variava da 12 a 180 mesi. Tuttavia, la piccola differenza tra i valori medi non può evidenziare un significato clinico. Anche i tassi di complicanze protesiche, così come quelli legati alla sopravvivenza media degli impianti, hanno mostrato risultati più favorevoli alla protesi cementata rispetto a quella avvitata.