AGGIORNAMENTI
Smoking, Smoking Cessation, and Risk of Tooth Loss: The EPI C-Potsdam Study
Dietrich T, Walter C, Oluwagbemigun K, Bergmann M, Pischon T, Pischon N, Boeing H J Dent Res 2015 Oct;94(10):1369-75
Lo scopo di questo studio di coorte in
Germania è stato quello di indagare
l’associazione tra fumo di sigarette
e sua interruzione con la prevalenza e l’incidenza
della perdita dei denti.
Sono stati analizzati i dati di 23.376 partecipanti
allo studio prospettico europeo
sul cancro e nutrizione (EPIC) reclutati
tra il 1994 e il 1998 nella popolazione di
Potsdam in Germania, che mostravano dati
sul fumo di sigaretta, la perdita dentale,
le variabili ad esso connesse ed i modelli
di regressione per valutare l’associazione
tra il fumo e la prevalenza e l’incidenza
della perdita dei denti durante il periodo
di follow-up.
Il fumo di sigaretta è stato associato ad una
maggiore prevalenza di perdita dei denti
nonché ad una maggiore incidenza di perdita
dei denti durante il follow-up.
L’associazione inoltre tra il fumo e l’incidenza
della perdita dei denti era più forte
negli uomini rispetto alle donne e più forte
nei pazienti più giovani rispetto ad individui
più anziani. Il fumo pesante (≥15
sigarette / die) è stato associato con l’aumento
3 volte più elevato del rischio di perdita
dei denti negli uomini (OR 3.6; 95% intervallo
di confidenza, 3.0, 4.4) e più di 2
volte del rischio di perdita dei denti nelle
donne (OR 2,5; 95% intervallo di confidenza,
2.1, 2.9) nei soggetti con età inferiore a
50 anni rispetto a coloro che non avevano
mai fumato.
Smettere di fumare è stato costantemente
associato con una riduzione del rischio di
perdita dei denti. In questi soggetti, dopo
circa 10-20 anni di cessazione, il rischio di
perdita dei denti si avvicinava a quello dei
non fumatori.
Medium and Long-Term Complications in Full-Arch Rehabilitations Supported by Upright and Tilted Implants
Francetti L, Corbella S, Taschieri S, Cavalli N, Del Fabbro M Clinical Implant Dentistry and Related Research, 28 nov 2013
Lo scopo di questo studio retrospettivo
era di presentare l’incidenza
di complicanze biologiche
e tecniche in pazienti trattati con protesi
di arcate mascellari complete supportate
da impianti in trattamenti con carico
immediato.
Sono stati valutati i dati clinici di tutti i pazienti
trattati con riabilitazioni full-arch a
carico immediato supportati da una combinazione
di impianti verticali e inclinati.
Sono stati registrati ed analizzati i dati su
complicanze come mucosite e perimplantite
e su complicanze protesiche, la loro insorgenza
e la frequenza.
Sono stati inclusi in questo studio 86 pazienti
(95 riabilitazioni protesiche), di cui
61 riabilitazioni mandibolari e 34 mascellari,
tutte a carico immediato in 8-48 ore
dopo l’intervento chirurgico.
Il periodo di
follow-up variava da 16,3 a 112 mesi (media
65 mesi).
Le complicanze biologiche
più comuni erano legate all’igiene (n = 81;
30,2% dei pazienti visualizzata mucosite
perimplantare e 10,4% perimplantiti).
Tra
tutte le complicanze protesiche, il distacco
di un elemento della protesi definitiva è
stato l’evento più frequente (n = 20; 23,2%
dei pazienti). Il numero totale di complicanze
protesiche è stato di 42 casi.
La maggior parte delle complicanze erano
reversibili e non hanno interessato il tasso
di sopravvivenza degli impianti o della
protesi.
Il verificarsi nei pazienti ben curati
di complicanze protesiche e riabilitazioni full-arch a carico immediato supportati
da una combinazione di impianti verticali
e inclinati nel medio-lungo termine è inferiore
a quello precedentemente riportato
dalla letteratura pertinente. Ulteriori studi
saranno necessari per confermare questi
risultati.
Accuracy and Reliability of Cone Beam Computed Tomographic Measurements of the Bone Labial and Palatal to the Maxillary Anterior Teeth
Behnia H, Motamedian SR, Kiani MT, Morad G, Khojasteh A Journal of Oral and Maxillofacial Implant Nov-Dec 2015; 30(6): 1249–55
Scopo
Lo scopo di questo studio è stato quello di misurare lo spessore osseo vestibolare e palatale di elementi dentari anteriori attraverso le immagini di tomografia computerizzata cone beam (CBCT), confrontando queste misure con le misure cliniche dirette degli elementi dentari al fine di determinare l’affidabilità e l’accuratezza delle CBCT.
Materiali e metodi
Diciotto (18) soggetti sani sono stati selezionati random tra i candidati per il posizionamento di impiant postestrattivi immediati nel mascellare anteriore. Dopo l’estrazione, lo spessore osseo vestibolare è stato misurato a 1, 4, e 8 mm dalla cresta ossea. Mentre lo spessore osseo palatale è stato misurato a 1 e 4 mm dalla cresta ossea. Le stesse misurazioni sono state effettuate sulle immagini CBCT preoperatorie. Le misurazioni CBCT sono state quindi confrontate con le misure dirette, e la loro precisione e affidabilità sono state valutate rispettivamente mediante coefficienti di correlazione di Pearson e coefficienti di correlazione intraclasse.
Risultati
La larghezza media dell’osso vestibolare è stata rispettivamente 0,50 ± 0,32 mm e 0,76 ± 0,37 mm per le misurazioni dirette e CBCT. Lo spessore medio dell’osso palatale è stato rispettivamente di 1,16 ± 0,53 mm e 1,41 ± 0,51 mm per misurazioni dirette e CBCT. L’errore medio assoluto e l’errore relativo delle misure CBCT rispetto alle misure dirette sono stati quantificati rispettivamente in 0,28 ± 0,29 mm e 0,60 ± 0,84 mm. La correlazione di Pearson tra CBCT e misurazione diretta dell’osso è stata 0,795 (P <0,001) ed il coefficiente di correlazione intraclasse tra le misurazioni dirette e CBCT è stato di 0,840. La correlazione tra la serie di misurazioni è aumentata significativamente quando l’osso mostrava un valore dello spessore superiore a 1 mm.
Conclusioni
Le misure CBCT dell’osso vestibolare sono apparse sovrastimate riguardo allo spessore osseo reale. La metodica di rilevazione d’immagini CBCT ha mostrato una relativa buona precisione ed affidabilità per spessori ossei vestibolari di oltre 1 mm. Tuttavia, la maggior parte dei soggetti hanno evidenziato uno spessore osseo vestibolare più sottile ed inferiore ad 1 mm. Pertanto, il solo esame CBCT, senza un’attenta valutazione delle possibili discrepanze in termini di accuratezza, può provocare grandi errori diagnostici in molti pazienti.